9 settembre 2003

Il Centro Apolide della Futilità Artistica nasce il 9 settembre 2003 grazie al lurido silicio di un computer in fase terminale, posto in una stanza dalla moquette bluastra e macchiata in rosso, armadi ad ante pericolanti ed una bandiera polacca appesa al muro. Tuttavia la sua natura apolide porta istantaneamente il Centro a distaccarsi da ogni coordinata spaziale, distorcendo también il sistema di riferimento temporale e, con ogni probabilità , anche le facoltà  mentali dei futuri lettori.
Obiettivo del Centro è la dimostrazione di una tesi scientifica: le particelle elementari chiamate secondi, di cui minuti ed ore sono i pù comuni multipli, non sono trasferibili, bensì sono soggette all' "effetto domino" o "effetto shpalmer": la perdita di particelle da parte del postmaster non comporta un acquisizione delle particelle stesse da parte dei lettori, ma al contrario provoca una dispersione di tali particelle temporali presso ogni singolo lettore. La famosa legge di conservazione dell'universo viene così smentita, anche se l'equazione algebrica che stabilisce con precisione il rapporto tra le particelle disperse alla fonte e quelle disperse di conseguenza non è ancora stata fissata in una formula definitiva.
Non paghi di questa scoperta epocale i luminari bloggologi stanno verificando la validità scientifica della sententia Virgiliana, trasmessaci da Dante, secondo cui "perder tempo, a chi più sa più spiace". Una task-force di sociologi, psicologi, etologi e bidelli sta effettuando ricerche approfondite per stabilire una volta per tutte il rapporto tra il quoziente intellettivo di un individuo e la quantità di particelle temporali da lui disperse e/o fatte disperdere ad altri individui.

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