22 agosto 2004

MIA NONNA
Credo sia mia nonna, l'unica che mi è rimasta, la persona a cui voglio più bene. E' l'unica che non mi stanco mai di sentire, anche quando dice cose banali, o con cui non sono daccordo; l'unica a cui ho la pazienza di spiegare qualcosa che non capisce; l'unica che vale sempre la pena andare a trovare, anche uscendo apposta di casa, in un momento in cui non avrei neppure voglia di respirare. Lei parla sempre come se morisse dopodomani. Non domani, ma dopodomani. Ed ha quasi convinto anche me, tanto che ogni tanto ci penso, a quando morirà mia nonna.
Quando morirà mia nonna se ne andranno con lei i suoi racconti: quelli sulla guerra e quelli sull'infanzia di mia madre, quando la città era ancora campagna e a Como c'era ancora il tram. Quando morirà mia nonna morirà il suo sorriso e forse anche il mio, già labile e nascosto sotto i baffi di una giovinezza per nulla spensierata. Quando morirà mia nonna non seguirò più consigli. Quando se ne andrà non avrò più un motivo per restare qui ancora.
Quando morirà mia nonna darò il suo nome alla mia chitarra. Quando morirà mia nonna le scriverò una canzone. Quando morirà mia nonna la seppelliremo vicino a mia nonno, che mi vide nascere e nulla più, che da vent'anni la aspetta in silenzio lì a Breccia. Quando morirà mia nonna parlerò al suo funerale, magari leggendo queste stesse righe, chissà.
Quando morirà mia nonna piangerò di dolore e di gioia. Quando morirà mia nonna stringerò delle mani, bacerò delle guance, abbraccerò degli amici. Quando morirà mia nonna pregherò per tre giorni di fila. Quando morirà mia nonna, dopodomani o tra altri vent'anni.