23 settembre 2003

Ecco il terzo racconto di Kurt...così si conclude la trilogia come era stata organizzata...la revisione si farà quando avrò molti più racconti...in modo da fare diventare il tutto un unico romanzetto...in teoria!

UN GIORNO, DI NUOVO

Stava camminando per strada, uscito di casa da un minuto per raggiungere gli amici, quando lo vide: stava accovacciato contro il muro, coperto in qualche modo da un panno pesante e sporco. Non era più così grasso come se lo ricordava e non aveva nemmeno un capello, ma solo una barba grigia ed arruffata. Kurt allora si arrestò, di colpo, prese a guardarlo ed a pensare cosa fare; suo padre si accorse di quegli occhi che lo fissavano, come vent’anni prima, girò la testa ed i loro sguardi si colpirono di nuovo. Quello che una volta era il suo ragazzo indugiava in mezzo al marciapiede, con un piede indeciso sul da farsi; il suo vecchio, ormai sfinito dal freddo e dalla fame, lo guardava e non si muoveva, aspettava.
-Papà…- disse Kurt con un filo di voce, ma poi lasciò scivolare il resto della frase nell’aria cittadina. Quell’uomo accovacciato non rispose, né si mosse, ma intanto il giovanotto aveva fatto un altro passo in avanti, verso di lui. In quel momento una donna di passaggio, coperta per bene da un cappotto elegante, fece cadere sul panno sporco un nichelino, poi riprese la sua marcia veloce lungo il marciapiede, rumorosa nei suoi tacchi. -Papà….- riprovò ancora, ma non ci riuscì. Si avvicinò di nuovo, ormai gli era accanto, e notò un berretto di lana blu e qualche vecchio giornale, uno strano oggetto, qualche moneta e una bottiglia d’acqua, vuota. Si rassegnò al silenzio, ma si chinò su quel vecchio che aveva lasciato un giorno lontano, in cucina; tese una mano, la ritrasse subito e continuò a fissarlo. Finalmente suo padre si mosse: abbassò gli occhi e poi li rialzò, gli brillavano. Non aprì la bocca, non aveva niente da dire, ma la inarcò in alto e ne uscì fuori un sorriso. Afferrò la coperta, si stese, scomparì dietro quel panno scuro, qu

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