La marcia dei ragni
Viaggiamo per lande deserte,
lontano dal mondo del tempo,
strisciando su strade sassose
di pietre spezzate dai raggi.
Alcune parole non dette
già stridono su quel pavimento
e il sole continua a scaldare
le nostre ferite già secche;
ma i nostri segreti ci sono
migliori nemici e sanno
fermare nell'ombra di un nembo
i pianti incompresi dell'uomo.
CADIAMO ANCORA SU LASTRE DI VETRO
ISSATE DAVANTI A NOI DA FEBO
COSì TRASPARENTI DA ESSER TENTATI
MA TROPPO DURE PER NON ESSER DANNATI.
Mi addentro in foreste oscure,
preclusemi quanto alla luce
ed eccomi spintone fuori
da sconosciute potenze.
Mi perdo cercando sorgenti
di vento, ma dovrei lasciare
che il vento mi porti con sé.
Ma dove volete che vada?
Mai troverò il Grando Mago
che catturava sospeso
quell'incubo di forma fragile
e ne svelava gli arcani.
CONTINUA COSì LA MARCIA DEI RAGNI
SU VETRI, CERVELLI E NOI A TESSER TELE.
UN ALBERO NON PUò SAPERE
CHE COSTA QUEL SALTO NEL VUOTO.
Se solo si alzasse un po' il vento...
12 settembre 2003
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