6 ottobre 2003

Una giovine amica mi ha ricordato, tramite CAFA, che ho scritto sonetti, in vita mia...perciò, della serie cose vecchie e quasi dimenticate, eccovene uno, in verità non dei più belli: è poco classico nella struttura. Presto, se lo ritrovo, pubblicherò "Ode alla campanella" che se ricordo bene è very cool...per adesso, però...

Pioggia al tramonto d’estate
Sola e fuggente per campi deserti
ire io vedo e salir di lontano
la bruma; vedo il paesaggio montano
sparire, scorgo non più spazi aperti,

ma nuvole bigie coprire la Luna;
sono offuscate la Notte e le Stelle,
chiuse in catene entro torbide celle,
piangono pioggia e gocce più d’una

cadono forti con fulmini e tuoni.
Scroscio di rami e mill’altri suoni
odo, ma tacciono i grilli d’Agosto:

non là nell’erba, né più in altro posto
cantan i loro sonetti amorosi.
Veglian pazienti che il giorno riposi.

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