Mi basta salire sulla metropolitana -la fermata dista otto minuti da quella che non è affatto casa mia- per rendermi conto di quanto sia statica la mia breve eppur già troppo lunga vita.
Sulla mia stessa panca due uomini del lontano oriente, migliaia di chilometri sotto quelle chiappe. Di fronte a me un barbuto viaggiatore, forse slavo, forse no: ha uno zaino nemmeno troppo grosso, l'abbronzatura di chi il sole a prenderlo è costretto e le unghie sporche. E' serio, quasi triste. Lì a fianco un uomo con la pelle martoriata da nei, bolle e chissà quali altre pseudo-malattie, forse causate da una lampada sbagliata. Potrebbe essere un pappone, o almeno potrebbe essere il pappone in un film, anche se non credo che tratterò mai questi argomenti. Chissà. Poco lontano una coppia malinconica: si tengono vicini ma i loro volti sono assenti. Forse stanno per lasciarsi. Poi c'è una ragazza curiosa, che siguarda in giro e guarda pure me. Ma io sono solo uno che scrive e dubito che si potrebbe scrivere qualcosa di intrigante su di me.
Sulla mia stessa panca due uomini del lontano oriente, migliaia di chilometri sotto quelle chiappe. Di fronte a me un barbuto viaggiatore, forse slavo, forse no: ha uno zaino nemmeno troppo grosso, l'abbronzatura di chi il sole a prenderlo è costretto e le unghie sporche. E' serio, quasi triste. Lì a fianco un uomo con la pelle martoriata da nei, bolle e chissà quali altre pseudo-malattie, forse causate da una lampada sbagliata. Potrebbe essere un pappone, o almeno potrebbe essere il pappone in un film, anche se non credo che tratterò mai questi argomenti. Chissà. Poco lontano una coppia malinconica: si tengono vicini ma i loro volti sono assenti. Forse stanno per lasciarsi. Poi c'è una ragazza curiosa, che siguarda in giro e guarda pure me. Ma io sono solo uno che scrive e dubito che si potrebbe scrivere qualcosa di intrigante su di me.
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